venerdì 24 marzo 2017

Ma dai! Casanova, femminista ante litteram

Casanova (Milo Manara)
Chi l'avrebbe mai detto! Giacomo Casanova avventuriero, scrittore, massone, spia al servizio della Serenissima,  fu un femminista ante litteram. Lo dimostra il saggio pubblicato nel 1772 a Bologna nel quale il seduttore si inserisce in un dibattito tra due medici sulle differenze tra i sessi contestando vigorosamente l'idea della subordinazione della volontà femminile ai capricci uterini. Casanova beffeggia Petronio Ignazio Zacchini e Germano Azzoguidi che avevano pubblicato appena due libri sulle differenze psicologiche e fisiologiche della donna rispetto all'uomo sostenendo che le prime sono vittime del "furore uterino" ovvero ragionano con l'utero. «Un problema di lana caprina», definisce la discussione Casanova sostenendo che anche certi maschi manifestano gli stessi disturbi come le donne. E "Lana caprina" è il titolo del prezioso libro (sono in circolazione solo 15 esemplari dei 500 stampati) che la Libreria Antiquaria Drogheria 28 di Trieste presenterà alla Mostra Internazionale Libri Antichi e di Pregio che inaugura oggi (24 marzo 2017) al Salone dei Tessuti, in via San Gregorio 29.


L’ironia del testo si intuisce già nella dedica indirizzata a una non ben identificata principessa da parte di un “licantropo“, animale fantastico i cui comportamenti vengono regolati dalle fasi lunari. Nel libro Casanova si fa beffe dei due medici ridicoli che proclamanano sciocchezze con la massima serietà. Il più involontariamente comico risulta essere il «medico antivaginale» Zecchini, che chiama l’utero «pensatore», non perché gli attribuisca già la facoltà di pensare, ma perché delle donne «egli è l’assoluto padrone». È il ragionamento del medico a essere isterico, rintuzza Casanova, è evidente. E il seduttore si chiede, candidamente, se, ammesso che il pensiero non risieda nell’anima ma nel corpo, perché, a questo punto, il principio non debba applicarsi tanto agli uomini quanto alle donne. E, in verità, si spinge ancora oltre, e, tra una battuta e uno strale, parla dell’educazione e della condizione della donna. Il veneziano cita Laclos che nel suo libro "I legami pericolosi" sostiene che le donne dovevano farsi una loro rivoluzione; e Diderot autore del romanzo "I gioielli indiscreti", in cui le vulve, penetrate da un anello magico, acquisiscono la parola, e hanno molto da raccontare. Lo stesso Diderot sosteneva che il modo in cui si trattano le donne è il termometro della civiltà di un Paese).  Il libro di Casanova (ripubblicato nel 2014  dalla casa editrice Elliot) è divertente e sorprendente. Non c’è traccia di arroganza, presunzione o supponenza in quello che scrive, ma solo voglia di divertire e di difendere il genere femminile dalla stupidità dei due malcapitati medici.

Riguardo alla mostra di libri antichi vale la pena visitarla: a disposizione di collezionisti, esperti bibliofili, appassionati della carta stampata, ma anche semplici curiosi, c'è un'ampia scelta di manoscritti antichi e straordinari libri miniati, pregiati incunaboli, stampe e documenti rari, introvabili prime edizioni e molte altre meraviglie provenienti dal passato.
Come l'«Intermezzo quasi giapponese», un fascicoletto dattiloscritto datato 1927, con alcuni componimenti haiku di Umberto Saba (Drogheria 28 Libreria Antiquaria) e l'introvabile libro illustrato, tra i più belli del Seicento stampati in Italia, in cui Francesco Ferdinando Alfieri descrive l'uso della picca associata alla spada e il gioco della bandiera con 40 illustrazioni a piena pagina incise su rame (Ex Libris). Per gli appassionati di arte c'è «Kogei no bi» (La bellezza dell'artigianato) realizzato nel 1908 dal pittore e designer Furuya Korin con 75 tavole xilografiche raffiguranti modelli per vasi, oggetti in lacca, scatole e vassoi decorati in uno stile ispirato alla scuola tradizionale Rimpa e all’Art Nouveau europea(Lella e Gianni Morra Stampe e Libri Giapponesi) e "Une Semaine de Bonté ou Les Sept Eléments Capitaux" (1934), il terzo dei romanzi per immagini di Max Ernst, con 9 disegni dell' artista, in cui la storia è raccontata da 173 collages con didascalia, idea che Ernst aveva mutuato dalla serialità dei romanzi neri popolari (Libreria Antiquaria Freddi).
Insomma un vero e proprio patrimonio su carta che, scandagliando le più diverse tematiche umanistiche e scientifiche, accompagnerà i visitatori in un viaggio costituito da innumerevoli narrazioni ricche di cultura e bellezza.

Nessun commento:

Posta un commento