lunedì 13 marzo 2017

I biglietti dell'Atm diventano opere d'arte

Dai collage di Picasso alle accumulazioni di stracci di Pistoletto passando per gli assemblaggi di Man Ray, i ready made di Duchamp, i sacchi di Burri, i combine painting di Rauschenberg, le raccolte di Arman: i rifiuti trovano una seconda vita nell' arte. E rifiuti sono anche i biglietti del bus e del metrò che i viaggiatori, dopo averli usati, gettano per strada, senza rendersi conto che quel gesto contribuisce al degrado della città. Recuperarli, farli sopravvivere al nulla, alla dissoluzione cui sono destinati lasciando una traccia, un indizio della storia che c' è dietro, è l' obiettivo dell'artista Roberto Sironi che ha appena inaugurato la mostra "Un biglietto del tram".

Negli spazi dell' Ex Fornace (Alzaia Naviglio Pavese 6) fino al 17 marzo sono in mostra duemila biglietti Atm che ha raccolto negli ultimi due anni dalle strade, dalle banchine della metropolitana e dai marciapiedi milanesi, dipingendoli poi ad acrilico. «Ogni biglietto è legato alla persona che lo ha usato e lo ha gettato», spiega Sironi. «Testimonia un' esperienza. Io mi sono lasciato emozionare da queste esperienze e le ho dipinte».
Ecco allora che la barra magnetica sul retro del biglietto Atm diventa per Sironi una quinta teatrale dalla quale escono i personaggi delle sue storie: viaggiatori, ma anche alberi, gatti, farfalle obliterate.
«Mi piace pensare alle mie opere come un carnet de voyage nel quale racconto un' umanità varia che viaggia dal centro alle infinite periferie e viceversa», spiega l' artista impegnato nell' allestimento della mostra. Una mostra che vede esposti 147 quadri che raccolgono con titoli specifici dagli 8 ai 36 biglietti Atm.
«Il primo in assoluto è stato "Un tram chiamato desiderio" dedicato agli innamorati», spiega Sironi. E in effetti sul retro del ticket sono dipinti con brillanti colori gli amanti "ingordi", quelli "sfrenati", i "depravati", i "possessivi", e così via. Poi è stata la volta dei viaggiatori: con pochi tratti di pennarello nero Sironi ha tracciato il ritratto degli ipotetici possessori di quei biglietti. Dal pigro all'indolente, dall'insensibile all'accidioso, quella di Sironi è una galleria di personaggi che incontriamo tutti i giorni sui mezzi pubblici o che incrociamo alla fermata nel brevissimo lasso di tempo in cui c'è chi scende e chi sale. Ma ci sono anche quelli che «disturbano il conducente», quelli che si portano in metro la bici, e quelli che il biglietto non lo fanno perché sono abbonati.
«La carta dell'Atm è molto bella e soprattutto non costa nulla», rivela Sironi che in realtà ha dipinto ben oltre dei 2mila biglietti in mostra. «Ne ho fatti 5mila. La maggior parte li ho raccolti io dalla strada, ma», ammette, «ho anche tanti amici che li vanno a cercare e me li fanno trovare allo Spazio Seicentro di via Savona». Sironi è riuscito a coinvolgere nel suo progetto, che è sì artistico ma anche ecologico e civico, il Comune e il Municipio. Manca l'Atm.
L'arte può far molto. Anche ai trasporti.

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