sabato 29 ottobre 2016

Ogni libreria che chiude apre un varco all'omologazione

Toccherà ad Astrit Cani (si pronuncia Zani) - intellettuale, poeta, traduttore in albanese di Kafka, Pessoa, Proudhon, nonchè librario - tirare giù per l' ultima volta la saracinesca dello storico «Remainders Libreria degli Editori», in via Paolo Sarpi. Le vetrine del civico 35 che fanno angolo con via Rosmini sono tappezzate di cartelli che annunciano la svendita degli oltre 12mila volumi per l' imminente chiusura. La libreria ha lo sfratto esecutivo ed entro la fine dell' anno dovrà cessare l' attività.

Un colpo al cuore per chi negli ultimi cinquant' anni aveva eletto questo luogo come punto di riferimento per scovare la "chicca", trovare preziosi consigli, o anche solo per fare quattro chiacchiere con chi la letteratura la conosce e la ama. Prima di Astrit, infatti, c' era la Riccarda: una instancabile ricercatrice di libri, una donna eccezionale che ancora tutti ricordano con affetto. Come Doris, una psicoterapeuta che vive in via Paolo Sarpi, che ha "adottato" l' aiuola davanti alla libreria di Astrit e l' ha trasformata in un giardino rigoglioso. La incontriamo in un tiepido mezzogiorno di fine ottobre, dopo aver attraversato la città e una via Sarpi linda e pinta che pullula di avventori di store cinesi - cellulari, computer, abbigliamento, bigiotteria. Era andata a pranzo con Astrit e poi un salto in libreria.
«L' intero quartiere si sta mobilitando per scongiurare la chiusura», racconta Doris mentre entrano ed escono impiegati in pausa pranzo che curiosano tra gli scatoloni di libri alla rinfusa, un euro a titolo, oppure cinesi che chiedono testi in mandarino, studentesse che chiedono il permesso di scendere al piano inferiore dove è in vendita, a prezzi scontati fino al 90%, una ricca selezione di libri d' arte fuori catalogo. «Stiamo cercando un negozio in zona più piccolo, perché qui c' è bisogno di una libreria come questa di Astrit». Un bisogno dimostrato dal via vai di gente e dagli affari che vanno bene. Il problema, infatti in questo caso non è la crisi dell' attività, quanto i costi dell' affitto, lievitati con la riqualificazione della via e le tantissime richieste di locazione iniziate con l' Expo.
«Non mi stupirei che i proprietari avessero già trovato un nuovo locatario, magari un ristoratore», ragiona Doris che però non si dà per vinta. «Troveremo un locale più piccolo e si tornerà alle origini, quando i libri accatastati sui tavoli erano un usato di qualità, edizioni particolari, rare, e le persone passavano qui ore a spulciare per cercare qualcosa». «Non bisogna cercare un libro», la interrompe Astrit. «Bisogna desiderarlo, e lui ti trova».
Sono i libri che hanno trovato i bambini cinesi che si siedono per terra a sfogliare le edizioni dedicate all' infanzia o la scrittrice Silvana La Spina, assidua frequentatrice della libreria. Sono i libri che hanno trovato Roberto Vecchioni, Walter Siti, vincitore del Premio Strega 2013 e la variegata ed eclettica clientela che tutti i giorni apre quella difettosa porta di ferro ed esce con qualcosa di prezioso. Il valore non è dato dal prezzo (si va dall' euro ai 30), o dall' argomento (ci sono volumi di filosofia, scienza, gialli, fumetti, dizionari, esoterismo, autori romantici, vecchie guide, ricettari, fotografia, arte, motori) ma dall' esperienza che si è vissuta.
Fermarsi nella libreria di Astrit, parlare con lui, farsi consigliare, significa letteralmente interrompere la frenesia quotidiana e concedersi del tempo per ricaricare il cuore e la mente. Aspettiamo di sapere dove e quando potremo di nuovo farlo.

Nessun commento:

Posta un commento