sabato 29 ottobre 2016

Ogni libreria che chiude apre un varco all'omologazione

Toccherà ad Astrit Cani (si pronuncia Zani) - intellettuale, poeta, traduttore in albanese di Kafka, Pessoa, Proudhon, nonchè librario - tirare giù per l' ultima volta la saracinesca dello storico «Remainders Libreria degli Editori», in via Paolo Sarpi. Le vetrine del civico 35 che fanno angolo con via Rosmini sono tappezzate di cartelli che annunciano la svendita degli oltre 12mila volumi per l' imminente chiusura. La libreria ha lo sfratto esecutivo ed entro la fine dell' anno dovrà cessare l' attività.

giovedì 27 ottobre 2016

Basquiat, il randagio maledetto di Brooklyn che diventò re



A 18 anni dormiva dentro i cartoni nei parchi dell'East Village, a Manhattan, e dipingeva graffiti sui muri di New York firmandosi SAMO: «SAMO è tutto», «SAMO come la fine della falsa filosofia, la fine dell’arte», «SAMO salva gli idioti», «SAMO è la religione che non ti fa sentire in colpa». Oggi i suoi lavori valgono cifre stratosferiche (il suo autoritratto è stato venduto a maggio da Christie’s a 57,3 milioni di dollari). In nemmeno un decennio Jean-Michel Basquiat, che morì nel 1988 di overdose a soli 27 anni, è diventato uno degli artisti più noti dei nostri tempi con il merito di essere riuscito a portare - insieme a Keith Haring -  il graffitismo dalle strade metropolitane alle gallerie d'arte e nei musei.

mercoledì 5 ottobre 2016

Lo sguardo delle donne sulla storia



Le ragazze di Prima Linea
Giovanna Borgese,
Torino 1981





I colleghi delle agenzie e dei quotidiani scattavano le loro foto del processo e tornavano di corsa in redazione. Lei, invece, non avendo tempi da rispettare, poteva restare fino alla fine e scrutare i volti di quelle persone rinchiuse dietro le sbarre per cogliere con la sua macchinetta le loro espressioni di dolore, strafottenza, incoscienza. La foto Le ragazze di Prima Linea scattata da Giovanna Borgese a Torino nel 1981 è una delle 150 fotografie esposte nella mostra L'altro sguardo che inaugura oggi 5 ottobre alla Triennale di Milano e che raccoglie i lavori di sessanta fotografe italiane, di varie generazioni, realizzati nell’arco di cinquant’anni, dal 1965 al 2015. Foto collezionate con passione e competenza da Donata Pizzi come «atto politico» e che fanno il punto sulla storia della fotografia italiana al femminile, ma non solo.