lunedì 1 agosto 2016

Le belle donne di Winogrand, uno schiaffo al maschilismo

Sicure di sé, senza complessi, fiere e decise, fresche e vitali: le donne di Garry Winogrand, protagoniste indiscusse di quegli anni di fermento che investì la società tra gli anni Sessanta e Settanta, sono emblema dell’autodeterminazione. Incuranti di quello che gli altri potrebbero pensare di loro al pari del fotografo che le ha immortalate girano disinvolte per le strade di New York, nei parchi, allo zoo, nei centri commerciali, nei musei, negli aeroporti, si divertono alle feste. Ognuna di loro ha una storia e Garry Winogrand, padre della street photography (influenzato dalla fotografia sociale di Robert Frank e Walker Evans) la racconta utilizzando obiettivi grandangolari che restituiscono allo spettatore uno spazio esterno al soggetto. I dettagli esterni inclusi nella cornice della foto, in questo modo contribuiscono ad accrescere la forza e il significato della donna ritratta.
Nel 1975 tutti questi scatti andarono a comporre il libro Women are Beautiful che se oggi viene considerato un oggetto di culto, all’epoca spaccò letteralmente l’opinione pubblica. A molti quelle fotografie apparirono - come in effetti erano - una gioiosa riflessione sull’emancipazione della donna e sulla sensualità, altri invece - per le figure formose, in abiti sbracciati o in minigonne o per l’indugiare dello sguardo di Winogrand sui seni e i fondoschiena - le avvertirono come l’espressione contorta di una visione maschilista. Per farsi una propria opinione sull’opera del maestro scomparso improvvisamente nel 1984 a 56 anni, si può andare a vedere la bella mostra appena inaugurata al Museo Man di Nuoro Garry Winogrand. Women (are beautiful) che per la prima volta in Italia presenta la collezione completa delle fotografie, in stampa originale, che compongono il celebre volume. Nell’introduzione Winogrand avverte il suo pubblico: «Ogni volta che ho visto una donna attraente ho fatto del mio meglio per fotografarla». E noi lo ringraziamo perché senza di lui, senza il suo occhio e la sua riflessione sui concetti di bellezza “nuovi” rispetto alla società puritana del dopoguerra avremmo testimonianza parziale della controcultura femminile americana.

 "Attraente" infatti non significa necessariamente bello secondo canoni imposti da  decenni e decenni di misoginia e sessismo. "Attraente" è ciò che attira l'attenzione. E l'attenzione di Winogrand è attirata dalla risata sarcastica della donna che balla, quasi un morso a pochi centimetri dalla faccia del suo compagno di danza; è attirato dalla disinvoltura delle donne in giro per la città a fare shopping, dalla leggerezza di un sorriso, dalla curiosità e dall'ostentazione del sé. Il tutto raccontato con ammirazione, ironia, venerazione e, perché no, anche sarcasmo.




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