domenica 29 dicembre 2013

#ricostruiamolastrada: Il Muro del Canto, un gruppo dal cuore grande (è ufficiale: li amo)

Tra le prime telefonate che ho ricevuto il 24 dicembre, non appena si è sparsa la notizia dell'incendio appiccato al centro sociale La Strada di Garbatella, c'è stata quella di Daniele Coccia: voleva sapere, voleva capire il perché di un gesto tanto infame, voleva esprimere la solidarietà a una realtà così importante per il quartiere, ma soprattutto voleva dare la disponibilità sua e del resto del gruppo a fare qualcosa di concreto per aiutare i compagni a ricostruire quello che ignote mani hanno distrutto. Il Muro del Canto sono anche questo.
Nonostante i mille appuntamenti per la presentazione del loro ultimo disco "Ancora ridi" non ci hanno pensato un attimo e hanno dato la loro disponibilità a trasformare una delle prossime date nel loro contributo personale alla risistemazione del centro sociale di via Passino che li ha visti tante volte sul palco.

Ieri sera, dopo alcuni giorni davvero pesanti (dopo il primo incendio la stessa mano ne ha provocato un altro la notte del 25 mentre era in corso la dancehall di Natale spostata ad Acrobax perché i locali ovviamente inagibili), mentre per le strade di Garbatella mille e mille persone erano scese in piazza per una manifestazione di solidarietà a La Strada, sono tornata a Milano e ho incontrato il Muro del Canto al 75 Beat dove era in programma un loro concerto.
Ci siamo incontrati nei "camerini". Anche loro erano appena arrivati da Roma con un furgone scarcassato stanchi, infreddoliti, ma con tanta voglia di portare anche a Milano la romanità che li contraddistingue e li fa amare anche qui nel profondo nord.
Volevano sapere se c'erano novità sugli autori degli attentati. Purtroppo no. Ancora non è stato individuato l'infame che ha distrutto la scuola popolare "Piero Bruno" e reso impraticabile il centro. Certo è che ci troviamo davanti a un tentativo doloso di minaccia nei confronti del centro sociale e della comunità territoriale che gli ruota attorno. Sin dal primo attentato incendiario i compagni della Strada erano scettici sulla natura accidentale dell'innesco del rogo. Per senso di responsabilità non hanno gridato ad allarmi infondati, ma avrebbero voluto aspettare le dovute perizie tecniche per trarre conclusioni.
Gli eventi che si sono abbattuti sulla Strada hanno preceduto i riscontri tecnici, di cui siamo ancora in attesa, e rivelano la natura intimidatoria e di stampo mafioso dell'escalation violenta nei loro confronti. Per ora si esclude una matrice politica di queste azioni per la modalità dei fatti. La storia ventennale dello spazio di via Passino parla di lavoro nel territorio, di contrasto all'emarginazione e al degrado sociale. Sicuramente le modalità intimidatorie e di stampo mafioso con cui si stanno susseguendo gli eventi non ci impediranno di proseguire il percorso intrapreso che, anzi, porteremo avanti con più entusiasmo e motivazione. E di questo percorso il Muro del Canto vogliono far parte. A cominciare dalla ricostruzione concreta, materiale. Alessandro Marinelli, ad esempio, ha messo a disposizione della Strada il suo "mestiere" di elettricista, idraulico. "Vengo il sabato e la domenica, quando non suono", mi ha detto commosso.
La serata è proseguita con il concerto. Bellissimo, coinvolgente, partecipato come sempre. I brani del nuovo album "Ancora ridi" si sono alternati con quelli del disco più vecchio "L'ammazzasette" e con le storie raccontate da Alessandro Pieravanti. La voce meravigliosa di Daniele Coccia, l'energia di Sandrino (Alessandro Pieravanti) alle percussioni, la chitarra classica di Eric Caldironi, quella elettrica di Giancarlo Barbati, il basso di Ludovico Lamarra, la struggente fisarmonica di Alessandro Marinelli per due ore hanno fatto cantare e ballare le tante persone arrivate al circolo Arci di via Tirso per sentire quelle storie d’amore e di marciapiede in cui le pene dell’anima, le lotte quotidiane, la morte vengono raccontate con ironia e pathos.
Come sempre i miei occhi si sono riempiti di lacrime quando è arrivato il momento di Arrivederci Roma, l'inno all’emigrazione dall’amata-odiata Capitale. Ma il regalo più grande me l'hanno fatto quando per l'ultimo bis, chiesto a gran voce, hanno cantato "Bruceremo le chiese" che ha fatto il paio con "Bevi compagno bevi". "C'eri tu, non potevamo non farle", mi ha detto Alessandro dopo il concerto.
Oramai è ufficiale: li amo.

ps: per chi vuole aiutare economicamente a sostenere la Strada

Nessun commento:

Posta un commento