mercoledì 14 agosto 2013

Un altro NoTav arrestato e la profezia di Erri De Luca

Da Val di Susa arriva la notizia dell'ennesimo compagno arrestato, Erri De Luca scrive un pezzo intitolato "Lo 'ius soli' di chi lotta per la Valle" con una profezia: le truppe di occupazione se ne andranno e il condadino tornerà a zappare la sua terra. Quanto a Giobbe, un compagno molto attivo nella lotta contro il tav, è stato arrestato mentre si trovava a casa propria, a Dumenza (VA), su mandato della Procura di Torino. La sua casa è stata perquisita, sono stati sequestrati due pc, materiale stampato, appunti, una maglietta, un foulard da ciclismo.
Leggendo il verbale i reati per i quali risulta indagato, in concorso con altri, sarebbero: tentata rapina, sequestro di persona, violenza e minacce contro pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale (articoli 110, 605, 61 nº2, 61 nº10) si tratterebbe di un presunto episodio riguardante un poliziotto che scattava fotografie, a Chiomonte (Val Susa) nel novembre 2012.
Di fronte all'interminabile repressione che viene condotta nei confronti di chi dice no a un'opera tanto intutile quanto dannosa come l'Alta Velocità lo scritto di De Luca è un monito ad andare avanti nella lotta e a non lasciarsi prendere dallo sconforto. "Mi arrogo abusivamente uno scampolo di profezia", dice lo scrittore, "quell’opera di scasso , sostenuta da occupazione militare, non si farà mai. La Val di Susa vincerà perché non ha altra possibilità, non ce l’ha una valle né una vita di riserva e non si lascerà deportare".
Ecco l'articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano.
"UN CONTADINO esce di casa per andare a zappare la sua vigna che sta dall’altra parte della strada. Per farlo deve passare un posto di blocco fisso di soldati, esibire tutti i giorni un documento all’andata e al ritorno, nei dieci metri da casa a vigna. La strada non segna un confine tra due stati, è tutta in un solo territorio.
Un giardiniere viene denunciato per possesso di arma impropria atta a offendere: nel bagagliaio della sua auto hanno trovato e sequestrato il corpo del reato, un paio di cesoie da potatura.
Di quale luogo del mondo questi due fotogrammi sono esempio di ordinaria persecuzione? Il vincitore del quiz vince un viaggio premio nel posto indovinato: la Val di Susa.
Si sente parlare in questi giorni di ius soli, il diritto di essere cittadini del luogo in cui si nasce. Da noi è negato. Importiamo in abbondanza termini inglesi per qualunque argomento, con la goffaggine provinciale di crederli più autorevoli.
In questo caso però non adoperiamo il corrispondente “birthright citizenship”, cittadinanza per diritto di nascita. Perché in quella lingua è diritto automatico per chiunque nasca su suolo degli Stati Uniti, navi e aerei compresi. Usare il termine inglese comporterebbe la necessità di adeguarsi alla norma. Perciò viene esumato il latino, utile a negare.
Esiste un altro tipo di ius soli, di buon diritto al suolo.
È quello di una comunità che difende il proprio territorio dalle invasioni. In Val di Susa da molti anni è in corso una invasione di truppe al servizio di uno Stato che vuole imporre con la forza la riduzione in servitù di una vallata, di una comunità, di un suolo.
In VAL DI SUSA è in corso da altrettanti anni la più decisa e insuperabile resistenza al programma di stupro del territorio. La lotta a oltranza della comunità della Val di Susa è legittima difesa della salute della loro madre terra. È diritto di sovranità sul proprio suolo, sulla propria aria, sulla propria acqua: sulla vita stessa minacciata.
Buffoni di corte delle banche dichiarano strategica l’opera di sventramento che è invece superflua, tossica e sfruttata solo per spendere fondi europei. Mi arrogo abusivamente uno scampolo di profezia: quell’opera di scasso, sostenuta da occupazione militare, non si farà mai.
La Val di Susa vincerà perché non ha altra possibilità, non ce l’ha una valle né una vita di riserva e non si lascerà deportare.
A fronte dell’incarognimento della rappresaglia di Stato contro la loro comunità, cresce la resistenza corale, pubblica, unanime, che insieme al suolo riscatta la dignità di cittadini, che non si fanno degradare a sudditi di un feudo. Oggi la Val di Susa è una grande piazza Taksim di Istanbul, una estesa Plaza de Mayo di Buenos Aires, una delle cellule del mondo immuni al cancro della sottomissione. Perché chi si arrende, si ammala. Invece la vallata sprizza di salute pubblica, di fraternità, di volontà di battersi.
Se ne andranno le truppe di occupazione, il contadino andrà a zappare la sua vigna attraversando la strada sgombra dal posto di blocco. Al giardiniere verrano restituite le cesoie e l’onore.


Riguardo a Giobbe, il movimento NoTav invita i compagni a scrivere telegrammi a:
Davide Giacobbe
Casa Circondariale di Torino Lorusso  e Cotugno
Via Maria Adelaide Aglietta 35
10151 Torino

(nop)

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